Come preparare la birra in caska a casa utilizzando i polipins

Come preparare la birra in caska a casa utilizzando i polipins

Ah, il mio innamoramento per tutto ciò che riguarda le birre inglesi mi porta inevitabilmente a venerare il buon vecchio fusto.

Ma trasformare la cask ale nella produzione casalinga non è affatto semplice. La parte più ostica di tutto ciò è probabilmente la breve durata della cask ale una volta aperta, che si attesta sulle 2-3 settimane. Questo significa che, una volta aperto, dovresti consumare 86 pinte di birra in questo lasso di tempo se usassi un “Firkin”, oppure 46 pinte se usassi il più piccolo “Pin”. Ora, per alcuni di voi questo potrebbe non rappresentare un problema, ma per un solitario come me sì.

Se sei come me e desideri comunque bere cask ale a casa, anche senza doverne consumare 86 pinte in 2 settimane, c’è un’alternativa: i polypin.

Qual è il significato di Polypins?

La particolarità di questi contenitori è la loro flessibilità unita a una resistenza straordinaria, che li

Ti scrivo per raccontarti delle meraviglie dei polipins, quei contenitori morbidi e quadrati, capaci di adattarsi a molte dimensioni: ci sono da 1 gallone, 2,5 galloni, fino a 5 galloni. La particolarità di questi contenitori è la loro flessibilità unita a una resistenza straordinaria, che li rende particolarmente adatti alla preparazione di cask ale.

All’inizio del mio viaggio verso la produzione casalinga di cask ale, acquistai 3 polipins da 1 gallone presso la US Plastics. La cosa migliore è che sono piuttosto economici, quindi se per caso ne sovrativerai uno e dovesse scoppiare, avrai speso solo un paio di dollari.

Nel mezzo di queste riflessioni sulla vita e sulla birra, mi trovo ad ammirare la capacità dei polipins di adattarsi, come noi nella vita di tutti i giorni. Anche quando subiamo pressioni, come loro, dobbiamo rimanere flessibili ma al contempo resistenti, per non mandare tutto in frantumi. Sia nella produzione di cask ale che nel vivere quotidiano, è essenziale trovare un equilibrio tra elasticità e forza.

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Come fare la birra in botte: una guida completa alla preparazione della birra in botte

  Ti sembrerà di assistere a una magia in cucina, mentre i polipini si trasformano

Birra in cask: Un vero intenditore, come te, sa che il cask ale è solo un modo di confezionare e servire la birra. Eppure, l’attento selectioner di birre non può ignorare il fatto che le ale rispondono meglio alla maturazione e al servizio in cask rispetto alle lager. Ma non diciamo “no” alla fantasia: se hai in mente di servire la tua ultima Bock in cask, perché non farlo? Continua a birrificare come faresti normalmente, fermenta come faresti normalmente, ma poi arriva la parte divertente.

Dall’interno del fermentatore, direttamente nel polypin

Calcola l'aggiunta di zucchero per la carbonazione per l'intervallo di l 1.

Dopo che la fermentazione è terminata, è giunto il momento di tirare fuori i polipini.

Puliscili e sanificali come farebbe con qualsiasi altro mezzo di confezionamento (bottiglie, fusti, ecc.). Calcola l’aggiunta di zucchero per la carbonazione per l’intervallo di l 1.8-1.5 vol tipico delle ale da botte, poi riempi i polipini e, proprio come faresti con le bottiglie o un fusto, lascia un po’ di spazio vuoto nel polipino. Dopo averli riempiti, dovrebbero tornare a temperature da cantina (52-58F) per carbonatare. Mentre si carbonatano, i polipini inizieranno ad espandersi sembrando che stiano per scoppiare, è necessario sfiatarli 1-2 volte, ma fare attenzione a non sfiatarli troppo o la carbonatazione non sarà assorbita nella birra. Dopo un paio di settimane, avrai una birra da botte carbonata pronta da servire e gustare!

Ti sembrerà di assistere a una magia in cucina, mentre i polipini si trasformano lentamente in birra effervescente, pronti per essere gustati in compagnia di buoni amici e grandi storie da raccontare.

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I Miei Risultati “)[JW1]

Strani intrecci di destinazioni si celano dietro il velo del tuo zaino di birra. Già due volte hai affrontato il viaggio di far versare in polypin la tua creazione fermentata, e il risultato è stato l’uno diverso dall’altro, come biforcazioni inaspettate lungo un sentiero di montagna.

Il primo esperimento, un timido English Mild, non ha mai trovato il coraggio di carburare, rimanendo piatto, immobile sul fondo del recipiente. Come una storia non raccontata, una promessa non mantenuta.

Nel secondo capitolo, invece, un English Bitter si è fatto audace, accettando la sua effervescenza e mostrando un’anima frizzante. Ma qui entra in gioco l’eccesso di confidenza: troppi rituali di sfiato hanno reso il liquore un po’ smorto, come un palcoscenico che si spegne alla fine di uno spettacolo.

Eppure, nonostante tutto, l’ardore persiste. C’è un’infinità di potenzialità in questa pratica, un mare di possibilità da esplorare, come una vasta pianura che si perde all’orizzonte.

Il prossimo viaggio birraio che attende la tua guida sarà un’altro giro di giostra con un English Mild, una dolce melodia da trasportare nelle sere avvolte di nebbia. Chi sa cosa ti riserverà questa volta il sentiero birrario?

Hai sentito parlare di altri balocchi birrai, di altri sognatori che come te, esplorano mondi fatti di fermenti e luppoli?

Chiudi gli occhi e lasciati cullare dalle bolle del tuo prossimo cask ale, il destino è nelle tue mani.